Questa partenza sul foglio bianco è strana: da un certo punto di vista immaginavo di dover partire dallo zero totale, dall'altra parte immaginavo di non dover affrontare nuovamente certi argomenti che davo per chiusi, non è così ne nell'uno ne nell'altro caso.
Immaginavo di dover ricostruire da zero il mio luogo sicuro ( quello che raggiungo in meditazione) e ho lasciato libera la mente di creare posti nuovi immaginavo montagne boschi una casetta microscopica ma tanto calda e accogliente; mi sono fermata all'improvviso e guardandomi intorno mi sono chiesta che stavo combinando, perchè pur essendo la rappresentazione di ciò che mi piacerebbe anche per la vita reale non era assolutamente mio. Ho cancellato quell'immagine dalla mente e mi sono rilassata ho lasciato andare i pensieri senza imprigionarli o forzarli; mi sono ritrovata in una piana completamente coperta di neve ovunque posassi lo sguardo c'era solo bianco, un freddo bianco totale, ma non ero semi assiderata nonostante la neve fosse alta era come fossi leggera leggera, e come fossi stata un'elfa non sprofondavo ma lasciavo lievi impronte.
Davanti a me una serie di impronte più profonde andavano dritte dritte, le ho seguite per vedere dove andavano a finire, mi sono fermata di colpo sull'orlo di un precipizio, fare due più due è stato facile, quello è stato il cammino che ho fatto in precedenza e purtroppo con tutta la neve che c'era non ho avuto modo di vedere la terra cedevole vicino al burrone e sono scivolata giu. Non restava che tornare al punto 0 e ripartire.
Ho chiuso gli occhi e ho ascoltato il cuore. Mi ha portata nella direzione opposta a quella delle impronte, quel mondo bianco potrebbe sembrare un'incubo considerato che per alcuni anni ho avuto seri problemi per via della neve ghiacciata, eppure ero tranquilla e serena curiosa di scoprire che sarebbe successo.
Sulla sinistra una porta, bianca manco a dirlo, la maniglia pareva di ghiaccio fredda e trasparente, l'ho aperta e mezzo metro avanti c'era un'altra porta chiusa. Mi chiedevo cosa dovevo fare ma i pensieri sono durati poco, l'istinto ha messo subito in moto il mio corpo e ho cercato la chiave, sulla cornice della porta nella neve ... mi sono bloccata di colpo sono uscita dalla prima porta ho fatto 3-4 passi mi sono accucciata e ho spazzato via la neve, sotto c'era ghiaccio e nel ghiaccio una chiave dorata di foggia antica. L'ho presa senza troppa difficoltà ma quando l'ho avuta in mano, a tutto ho pensato meno che a metterla nella porta. Nella mente ho sentito una voce fredda e staccata dirmi di seguire l'istinto, ho appoggiato la chiave al mio petto, dove si è illuminato il disegno che mesi fa un "Drago" mi ha tracciato con fili d'oro, proprio nel mezzo la chiave era posizionata, è penentrata nel disegno e ho girato la chiave, ho sentito il clack della serratura scattare, e un dolce tepore invadermi. La voce nella mente ha detto ecco ora hai di nuovo libero accesso ai tuoi sentimenti, puoi affrontarli senza soccombere ne doverli chiudere fuori, ora sei pronta a farlo.
In questi giorni il lavoro prosegue ma sono invasa dalla tristezza, mi sento abbacchiata senza conoscerne il motivo reale e non sapendolo mi sento sciocca, ma so che non durerà in eterno e che ne scoprirò presto le cause.
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